Nel 1999, quasi venti anni fa, hanno fatto la loro comparsa nel Regno Unito le prime lenti a contatto (LaC) in silicone idrogel e, nell’arco di due decenni, così come è successo agli strumenti tecnologici, cambiati in modo talmente radicale da diventare quasi irriconoscibili (basti pensare per esempio ai telefonini che abbiamo in tasca), anche le lenti a contatto hanno subito una notevole trasformazione. Abbiamo infatti assistito, da una parte, all’evoluzione della tecnologia dei materiali, dall’altra a un considerevole ampliamento della scelta di prescrizioni e modalità di porto. Il presente articolo esamina alcune delle risposte fisiologiche dell’occhio derivanti dall’utilizzo di lenti in silicone idrogel, valutando a posteriori in che modo la nostra comprensione di tali risposte sia stata utile al miglioramento nel tempo dei materiali in silicone idrogel e delle relative geometrie.
L’arrivo sul mercato dei materiali in silicone idrogel ha rappresentato un momento fondamentale per lo sviluppo delle lenti a contatto morbide, consentendo di eliminare i problemi di ipossia, legati soprattutto all’utilizzo quotidiano delle lenti. Tuttavia, alcuni professionisti hanno riscontrato segni o sintomi indesiderati associati ai primi materiali in silicone idrogel, per esempio congiuntivite papillare indotta da lenti a contatto (CLIPC), lesioni epiteliali arcuate superiori (SEAL), reazioni infiammatorie e riduzione del comfort. Rispetto a quelli di prima generazione, i materiali in silicone idrogel di più recente sviluppo sono caratterizzati da un contenuto d'acqua più elevato e da moduli più bassi. L’abbassamento del modulo, con il conseguente aumento del contenuto d'acqua, ha aiutato a ridurre al minimo la comparsa di complicanze come la CLIPC, mentre i cambiamenti apportati alla lente a contatto stessa in termini di profilo, curva base e geometria del bordo hanno contribuito a evitare complicanze indotte dal movimento meccanico, per esempio le SEALs.
I vantaggi di una sostituzione frequente delle lenti a contatto sono noti ormai da molto tempo. Basti pensare, per esempio, al livello inferiore di soddisfazione riportato dai portatori di lenti in idrogel a ricambio trimestrale, rispetto a chi utilizza lo stesso tipo di lenti ma a sostituzione mensile.1 Al momento esistono cinque diversi materiali in silicone idrogel, disponibili sotto forma di lenti giornaliere con geometrie sferiche, astigmatiche e per la presbiopia , naturalmente una maggiore varietà di scelta in questo segmento ha contribuito a favorire la diffusione di questa tipologia di lenti tra i portatori. Il più recente rapporto annuale sulle prescrizioni di lenti a contatto a livello internazionale registra per la prima volta un sorpasso, in termini di numero di applicazioni, delle LAC giornaliere in silicone idrogel su quelle in idrogel.2 Le conoscenze di base sulla performance delle lenti giornaliere in silicone idrogel sono in continua crescita, in apparente corrispondenza con l’aumento delle prescrizioni da parte dei professionisti del settore , e i dati pubblicati indicano prestazioni paragonabili a quelle delle lenti giornaliere in idrogel,3,4 oltre a un ottimo livello di risposta fisiologica e di comfort.3-67
Vent’anni sono tanti sul piano dello sviluppo tecnologico, e in quest’arco di tempo le conoscenze nel campo dei materiali in silicone idrogel si sono molto ampliate. Le proprietà dei materiali sono state bilanciate per ottenere combinazioni ottimali di modulo, contenuto d'acqua e bagnabilità, allo scopo di favorire il comfort durante il porto quotidiano. Alcuni produttori hanno anche apportato modifiche alla lente stessa in termini di profilo, curva base e geometria del bordo, oltre ad aggiungere nelle soluzioni di confezionamento agenti umettanti in grado di aumentare il comfort. Sono diventati disponibili nuovi materiali e nuove tecnologie di produzione brevettate. L’ampia disponibilità di poteri sferici, astigmatici e multifocali consente ai professionisti di consigliare le LaC giornaliere in silicone idrogel alla maggior parte dei propri clienti.
Prima pubblicazione Optician Magazine, 4 maggio 2018. È possibile scaricare l’articolo completo
Lyndon Jones insegna come Professor presso la School of Optometry & Vision Science ed è direttore del Centre for Ocular Research & Education(CORE), dove Karen Walsh è ricercatrice.